degli alunni della 5 H
Giovedì 31 marzo alcuni studenti della quinta H
hanno partecipato ad un incontro con l’artista tricasino, Antonio Riso, per
discutere del suo ultimo album musicale: “Con gli occhi chiusi”.
Egli ama considerarsi “artista a tutto tondo” per le numerosissime
opere pittoriche : più di 800 dal 2001 ad oggi, poetiche e musicali.
Come musicista ha già pubblicato un disco: “La pace,
l’amore, l’inferno”, con il quale ha
ottenuto il Premio alla Critica al Festival Nuovi Cantautori (Roma, maggio
2006).
Antonio ci ha raccontato che ha dovuto spesso
convivere con l’etichetta di “personaggio scomodo” per l’ostentata coerenza
dimostrata nel portare avanti le proprie idee, anche a costo di andare
controcorrente rispetto all’opinione comune.
Il titolo del
nuovo album è esemplificativo delle sue convinzioni. L’artista sottolinea come
avere gli occhi chiusi nella società odierna sia una condizione ricorrente che
impedisce di prendere decisioni importanti, soprattutto se scomode, e di schierarsi
apertamente nei confronti di un problema.
Secondo Antonio anche le nuove tecnologie, in
particolare i social network, utilissime
per tanti aspetti, possono avere un effetto “boomerang” soprattutto nei
confronti dei giovani che rischiano di confondere mondo virtuale con mondo
reale, “chiudendo gli occhi sulla vera realtà”.
Alla luce di ciò è quasi ovvia la dedica del CD ad
una grande personalità, Don Tonino Bello, rimpianto e
mai dimenticato.
Egli, dimostrandosi attento alle cause dei più
poveri, degli esclusi e degli emarginati, ha svolto una funzione sociale e
culturale importantissima, pur se dall’interno di un ambiente, quello
ecclesiastico, molto spesso attento solo formalmente ai problemi dei più
deboli.
Dal punto di
vista strettamente musicale colpisce la grande varietà di temi trattati da
Antonio. In particolare, il brano “Vorrei” è dedicato al grande Lucio Battisti
con l’accostamento dell’ultimo giro armonico a quello della sua celebre “La
canzone del sole”. Altri brani come: “Noi nomadi” e “Il silenzio ha un rumore”,
testimoniano come l’artista sia sensibile alle condizioni esistenziali dei più
deboli e costituiscono un invito a non
stare in silenzio ma a far valere sempre le proprie azioni e proprie idee.
Il messaggio conclusivo che Antonio ci ha voluto
lasciare è proprio questo:
non bisogna
far finta di niente, occorre invece guardare attentamente la realtà;
questa deve
essere analizzata in modo critico e sincero per cercare di risolverne i
problemi, senza paura di esporre le nostre idee, anche quando possono
infrangere il senso comune.
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